Chiesa parrocchiale dei Santi Felice e Fortunato

Itinerari nel Rojale

L’attuale chiesa è frutto di vari interventi di ampliamento e ristrutturazione del nucleo originario. 

La facciata, restaurata nel 1938, mantiene l’aspetto settecentesco ed è tripartita da lesene in pietra con capitello tuscanico e timpano.
Al centro, al di sopra del portale, è collocato il tondo del Magister Nicolaus del 1341 e la statua in pietra di S. Agostino, dello scultore Mondini di Nimis, datata 1899 e posta entro una nicchia.

La chiesa primitiva ha origini antiche, circa il 1115, e non doveva essere più grande di una cappella, che gli antichi abitanti di Reana dedicarono ai Santi aquileiesi Felice e Fortunato.
Di questa antica cappella non rimane alcuna traccia.

La data della seconda chiesa invece è nota ed è il 1341, che insieme al nome del costruttore, Maestro Nicolò di Marcuccio, è riportata sull'iscrizione posta sopra il portale d'ingresso intorno al rilievo a forma di croce:
MAGISTER NICOLAUS ME FECIT ANNO DOMINI MCCCXLI
MAESTRO NICOLÒ MI COSTRUÌ NELL’ANNO 1341

Verso la metà del ‘400 l’aumento della popolazione rese necessario un primo ampliamento della chiesa. Venne realizzata una cappella quadrata dietro l'altare maggiore e fortunatamente si è conservata, così come gli splendidi affreschi che la impreziosiscono. 

I successivi lavori di ampliamento della chiesa, divenuta parrocchiale nel 1548, avvengono nel XVIII secolo. L'inizio dei lavori si ebbe nel 1744, furono inglobate le strutture più antiche nella parte absidale e la navata fu prolungata fino a raggiungere l'impostazione e la facciata attuale. 

Il campanile a torre è parzialmente inglobato nel corpo della chiesa e presenta un fusto dotato di feritoie, cornice di demarcazione orizzontale e quadranti di orologio.
La cella campanaria a pianta quadrata, con trifore a serliana, ha una copertura a quattro falde e manto in coppi.



Itinerari nel Rojale

L'interno è ad aula rettangolare, scandito da paraste doriche, sorreggenti un alto cornicione a correre. La pavimentazione è in lastre di marmo policromo.

La navata presenta una volta a botte con spicchi in corrispondenza delle finestre e delle nicchie laterali, due per lato, dove sono collocate alcune statue tra cui si distingue quella della Madonna Assunta in mezzo agli Angeli, capolavoro ligneo dell'artista udinese Giovanni Rampogna.   

Al centro del soffitto è presente il grande affresco dell'Assunzione della Vergine. 

La parte più antica e preziosa della Chiesa è sicuramente la zona del presbiterio, a cui si accede tramite tre gradini ed illuminata da due finestre rettangolari a meridione e settentrione. 

L'altare maggiore si impone alla vista del visitatore per i marmi policromi e per l'elegante e slanciato espositorio, sostenuto da colonne che si chiudono a semicerchio. I due Santi ai lati sono Felice e Fortunato, titolari della chiesa e opera di Diodato Perrotti.
Il bassorilievo del parapetto rappresenta la cena di Emmaus ed è attribuito al veneziano Torretti. 

Dietro all'altare si può ammirare l'originario coro d'impianto quattrocentesco con soffitto voltato a quattro vele con costolonature.
E' questo un vero e proprio gioiello per l'intera comunità e per il Rojale.
Al piede dell'arco sul lato nord, si vede un lacerto scritturale che ci svela la data di esecuzione di questi affreschi, il 1481.

Gli affreschi sono stati realizzati da vari artisti, tra cui Giovanni Pietro Janzilino.
Sull’ampio arco trionfale rimangono tracce di un’Annunciazione e di storie di Caino e Abele. Al di sotto a sinistra è visibile una Madonna in trono con il Bambino.
Nel sottarco corre una decorazione di otto riquadri con Vergini Martiri alcune identificabili dai consueti attributi o dai nomi, laddove leggibili, inseriti in una striscia di pergamena.

Due delle quattro vele del soffitto, con le scene della Creazione di Eva e dell’Incoronazione della Vergine, sono attribuite ad un pittore operante nella seconda metà del Quattrocento.

La terza vela con la figura di San Girolamo benedicente, seduto su un elaborato trono è di mano diversa.
La quarta vela, in cui è raffigurato San Gregorio in trono davanti al leggio, è stata invece attribuita a Gian Pietro Janzilino e allo stresso autoresono stati assegnati i restanti affreschi del coro.

Sulla parete sinistra del coro è rappresentata un’estesa Natività nella quale sono inseriti momenti diversi della narrazione. Nella stessa parete, è murata un’elegante porticina in ferro battuto che chiudeva un piccolo vano nel quale in antico erano custoditi gli oli santi.

Nella parete di fondo, a fianco dell’occhio che dà luce all’ambiente, sono dipinti i santi Felice e Fortunato titolari della chiesa; più sotto al centro, la Madonna in trono con Bambino, parte della quale perduta per l’apertura di una finestra, ed ai lati Santa Dorotea e San Rocco (a sinistra) e Santa Barbara e San Sebastiano (a destra). Si tratta di santi ausiliari e taumaturghi invocati contro le epidemie e in caso di morte improvvisa o di incendi, tutti santi molto venerati in un’epoca flagellata dalle pestilenze e dalle incursioni dei Turchi.

Nella parete di destra, ai lati di una finta finestra, scene su due livelli raffigurano episodi della vita e del martirio dei santi Felice e Fortunato, la Discesa di Cristo agli inferi e la Flagellazione. 

Le origini della borgata di Reana si perdono nella lontananza dei tempi. Certamente le prime abitazioni vennero costruite intorno ad una antica fortificazione a terrapieno, chiamata cortina, circondata tutt'intorno da un fossato, come lo conferma il nome superstite di Centa. Intorno a questa centa andò sviluppandosi il borgo primitivo e la prima chiesa fu edificata entro tale recinto, da cui poteva avere riparo e difesa. 

L'antica centa conserva ancora le strutture del suo aspetto originario ed era fin da quei tempi proprietà della chiesa.